lunedì 28 marzo 2011

Tre anni insieme (43 di 365)


Per te che sei stata desiderata come fossi la prima e non la terza, e alla fine hai scelto “noi”, perché dovevi dimostrarmi che non so fare solo la mamma di figli maschi.
Per te che già da tempo sei in grado di scegliere ciò che ti piace e di rifiutare ciò che non ti sta bene.
Per te che mi incanti con i tuoi discorsi e i tuoi ragionamenti da “granne”.
Per te che hai fatto tornare il rosa nel mio arcobaleno senza renderlo stucchevole.
Per te che una ne pensi e cento ne fai, e guai ad interferire.
Per te che hai ancora un mondo da scoprire, e ti entusiasmi per una margherita sbocciata nel prato sotto casa.
Per te che ad appena tre anni conosci a memoria tutti gli episodi di Pippi Calzelunghe.
Per te che non perdi mai occasione di sorprendermi per i tuoi progressi quotidiani.
Per te che ogni gentilezza ti venga rivolta la consideri un dono di mamma e papà… a prescindere.
Per te che sai rendere contagiosa la tua gioia di vivere.
Per te che sei e sarai sempre la mia piccola grande donna.

Buon compleanno, Briciolamia
mamma

sabato 26 marzo 2011

Gira gira son tornata al “giro di DO” (42 di 365)

Questa è una cosa che non mi sarei mai e poi mai aspettata.

Ero sicura di aver archiviato “per sempre” la mia antica passione. Quasi quasi non ricordavo neanche più di esserne capace. Poi, un giorno all’improvviso, il figlio che risponde al nome di Francesco, ha ripetutamente, insistentemente, ossessivamente, chiesto di poter avere una chitarra.

Così, per gioco, giusto per provare, per iniziare, da Imaginarium abbiamo acquistato una chitarra classica in miniatura e, contemporaneamente, abbiamo risvegliato dal letargo, ovvero riammettere in casa dalla cantina, la mia vecchia Eko.

Il prossimo passo sarà rimettere in uso la Fender acustica. Il primo acquisto fatto con i miei risparmi, visto che non permisi a nessuno di regalarmela. Fida compagna di mille avventure, mi accompagnasti nelle tre vacanze londinesi; mia unica fonte di distrazione durante la preparazione dell’esame di Maturità e, insieme al “Piccolo Diavolo”, mi aiutasti a diplomarmi con onore! Venisti con me nella stagione estiva all’Happy Camping Village di Marina di Camerota.
Ogni sera passavo orgogliosa in rassegna i calli alle dita della mano sinistra e tu mai una defaillance, mai un tradimento, mai una corda saltata. Ma allora, come ci sei finita in cantina tutta imballata nel pluriball?

Che gioia vedere gli occhi dei miei bimbi correre da una posizione all’altra, cercando di memorizzare la posizione delle dita per eseguire un Do, poi il Lam, il Rem e il Sol7, in sequenza… bè più o meno in sequenza.

Mi sono ritrovata ad insegnare ai miei figli il giro di DO, come mia madre fece con me 23 anni fa… quando si dice the Circle of Life!

Il primo Giveaway dell’Interno 105 (41 di 365)


Ogni promessa è un debito e anche se con un ritardo di 2 giorni eccomi a parlare del primo Giveaway della mia letterata preferita.

Tra le tante cose che ancora non so e non sapevo, ho scoperto che il 24 marzo è la Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura e anche se il 24 marzo è già passato, credo non sia mai troppo tardi per promuovere la lettura. E’ sempre il momento giusto per prendere in mano un buon libro (ma anche un cattivo libro… Moccia escluso, si intende!), così come è sempre il momento giusto per dirvi che all’Interno è stato indetto il primo Giveaway, tanto più che è ancora in corso!

Avete tempo fino a lunedì 28 marzo

Naturalmente, la mia letterata, nella giornata nazionale etc etc, mette in palio un… frullatore!!

NOOO! non è vero!! Mette in palio un libro della sua vastissima e preziosissima libreria: “Il Campo del Vasaio” di Andrea Camilleri. Perché questo è l’anno della promozione della letteratura dialettale. Sappiatelo!!

Se volete partecipare non dovete fare altro che aggiungere un commento al post di Silbi e parlare di questo Giveaway sul vostro blog, facebook o twitter.
Buon divertimento e… buona fortuna!

L’Ora della Terra (40 di 365)


Ho sempre pensato che nella mia fin troppo breve vita sicuramente non riuscirò a cambiare il mondo. Ma sono altrettanto sicura che se ognuno di noi iniziasse a fare un pezzettino di strada verso nuove direzioni, alla fine, sto mondo riusciremo a renderlo migliore, e a consegnarlo meno ammaccato nelle mani dei nostri figli.

Questa sera ritorna l’Ora della Terra, dalle 20.30 alle 21.30, e io partecipo!
Anche noi spengeremo le luci per un’ora.

Anche se questo vorrà dire perdermi mezz’ora di Ballando con le Stelle; rischiare di addormentarmi inesorabilmente fino a domani mattina; rischiare di dare fuoco a casa perché ho in programma l’accensione di millemila candeline, noi spengeremo le nostre luci e accenderemo la speranza che questo possa essere il primo di una lunga serie di passi per volere un po’ più di bene al nostro Pianeta.

Questo è il vademecum del WWF-L’Ora della Terra per iniziare a condurre una green life.

1.Sostituisci un breve tratto in automobile (circa 6 km, per es., il viaggio andata e ritorno dal posto di lavoro) con uno in bicicletta, permette di evitare circa 240 kg di CO2 l'anno. Servirà anche a mantenerti in forma;
2. Se per andare a lavoro sei costretto ad utilizzare l’automobile, mettiti d’accordo con chi fa il tuo stesso tragitto: risparmierai sui costi della benzina e diminuirai le emissioni di CO2;
3. Riduci i consumi di energia spegnendo la luce e gli stand-by, usando lavatrice e lavastoviglie a pieno carico e a basse temperature;
4. Se devi cambiare apparecchiature o elettrodomestici scegli quelli più efficienti: un frigorifero classe A++ consuma mediamente la metà di uno classe B;
5. Spegni sempre la luce e gli stand by quando non servono. Vedrai un bel risparmio.
6. Approfitta di una lampadina rotta per sostituirla con una a fluorescenza: consuma 4-5 volte meno di una ad incandescenza e risparmierai anche sulla bolletta;
7. Scegli prodotti locali e di stagione: la produzione in serre richiede un'enorme quantità di energia per il mantenimento delle temperature di coltivazione. Per esempio, la produzione in serra di 1 kg di pomodori rilascia 3,5 kg di CO2 eq, mentre la stessa quantità prodotta in campo meno di 0,05 kg, ben 70 volte più bassa! Senza contare il trasporto aereo dei prodotti da un capo all'altro del pianeta;
8. Sostituisci anche un solo pasto a settimana a base di carne con un piatto tipico della dieta mediterranea. Questo può farti risparmiare oltre 180 kg di CO2 l’anno;
9. Invece di prendere l’ascensore, sali le scale a piedi. Farà bene anche alla tua linea;
10. Per piccoli apparecchi elettronici come cellulari e lettori mp3 scegli i caricatori ad energia solare,pensa a quanto potresti risparmiare.

Dunque vediamo, lasciare a casa l’automobile. La vedo dura. Abitiamo a Roma, e personalmente mi ritrovo a dover correre in lungo e in largo per la città, dalla mattina alla sera. Però ho sensibilmente ridotto l’uso dell’ascensore (certo la bicicletta sarebbe stato meglio ma tant’è!) preferendo le scale, e ho iniziato a razionalizzare gli spostamenti per la città.

Luci, stand-by, e prese staccate quando gli elettrodomestici non sono in funzione, e gli elettrodomestici sono tutti in classe A++.

Scegli prodotti locali e di stagione. Che dire? Questo è il punto che mi è riuscito di rispettare meglio.

Non posso dirmi vegetariana, perché a me piacciono molto carne e pesce, ma ne ho sensibilmente ridotto il consumo.

Direi che passare alle lampadine a fluorescenza e ai caricatori ad energia solare, sarà il mio prossimo obiettivo per festeggiare l’arrivo dell’imminente primavera.

martedì 22 marzo 2011

Il soffitto di cristallo (39 di 365)

Venerdì pomeriggio, girovagando per il centro commerciale delle mie parti (galleria Porta di Roma, tanto per intenderci), mi sono imbattuta in una delle “solite” installazioni che periodicamente si alternano al primo piano. Sotto Natale avevano piazzato l’orso di peluche più grande del mondo… qualcosa come 18 metri per 2 di pelosa morbidezza!

Da lontano non sono riuscita a capire cosa fosse… A guardarlo così avrei detto un corridoio formato da una sequenza di porte di metallo. Ma il suo significato mi è rimasto alquanto oscuro, fino a che non gli sono andata davanti.

La didascalia recitava più o meno così "IL SOFFITTO DI CRISTALLO - Il soffitto di cristallo è la mostra-evento dedicata alle disparità di genere nel mondo lavorativo”.
Si tratta della rappresentazione visivo-metaforica delle difficoltà che le donne incontrano durante la loro carriera professionale.

Due lunghi corridoi paralleli, apparentemente uguali, rappresentano la vita professionale dell’uomo e della donna. Ma la seconda, pur vedendo il cielo sopra di sé, non si accorge di avere un’invisibile e spessa barriera che ne ostacola inevitabilmente il percorso.

Sulle donne nel mondo del lavoro è stata già scritta tanta letteratura, che ho pensato il mondo non stesse qui ad aspettare i miei sproloqui in proposito. Ciononostante non ho potuto fare a meno di rimanere a lungo a riflettere davanti a quest’opera.

Il mio pensiero è corso immediatamente a mia figlia che, mentre ero lì in piedi davanti al corridoio di metallo, dormiva angelica nel carrello dell’Auchan.

Nello spazio di un secondo ho augurato alla mia piccina, e a tutte le piccine di oggi che saranno le donne di domani, di non essere mai ostacolate da un soffitto di cristallo.
Se non percorreranno una strada, vorrei che non lo facessero per loro libera scelta. Nel futuro che vorrei per mia figlia, non ci saranno più datori di lavoro che faranno firmare anticipatamente una lettera di dimissioni, da tirare fuori in caso di una gravidanza.

Il mio desiderio più grande è che mia figlia possa dirsi sempre orgogliosa di essere donna, e di non venire mai penalizzata per questo.

Comunicazioni di Servizio (38 di 365)

Santo cielo che giornate! Intense, intensissime. In questo periodo più che mai avrei bisogno di una decina di ore in più al giorno.
Ma non me le danno.

E alla sera, il mio momento preferito per scrivere, quando le idee maturate in tutto l’arco della giornata arrivano in fila indiana e, ordinatamente, si distendono sul foglio bianco in frasi di senso compiuto, la stanchezza prende invece il sopravvento, e tutti i pensieri restano intrappolati tra la mia mente e le dita.

Mi auguro che l’imminente primavera (primavè, vero che immini??) mi porti una nuova dose di energia, perché qui abbiamo finito anche le riserve!

lunedì 14 marzo 2011

12 MARZO - Appauri a me (37 di 365)


Ormai è un rituale che si ripete, sempre uguale a se stesso e, come fossi spettatrice impotente della mia vita, non riesco ad impedire che un velo di tristezza preceda il giorno del mio compleanno che invece, questa volta, è stato a dir poco superlativo..

Nonostante fosse il mio giorno; nonostante fosse sabato, mi sono svegliata alle 7.30… Forse perché mi sono trovata letteralmente schiacciata dai 2/3 della mia prole? Forse…

Con un pizzico di euforia mi sono alzata e ho raggiunto mio marito, già intento con i preparativi per la colazione. Che bello fare la colazione tutti insieme intorno al tavolo e “Appauri a mamma” cantata a ripetizione.

Ma quest’anno non ho festeggiato solo all’insegna della famiglia, ma anche dell’amicizia visto che, direttamente da Montefiascone e da Guidonia sono arrivate Bianca e Francesca, le mie amiche del forum, per passare la giornata con me! E non trovo le parole per esprimere la gioia e la carica che mi hanno dato.

Peccato non abbiano potuto essere dei nostri anche Silvia e Michela!! Ma, nonostante fossimo solo 11, siamo riusciti a metter su una chiassosissima e coloratissima tavolata. E, a proposito di tavolata, come possiamo non rievocare il risotto con “gamberi e radicchio”?

E poi c’è stata la torta.

E la torta merita una menzione a parte.

Iniziamo col dire che LA torta è il Millefoglie. Puntualizziamo poi, che IL Millefoglie è quello della Pasticceria Marinari.

Qui lo dico, lo dichiaro e lo sottoscrivo: il mio obiettivo per questo 2011 (e per gli anni e le generazioni future) è abolire le candeline a forma di numero e, peggio ancora, i numeretti di plastica con inglobato il buchetto per una sola, sfigatissima candelina.

Venerdì sera mi sono ritrovata seduta al tavolo delle trattative con mio marito il quale, manco a dirlo, era pro numeretti, e sono riuscita a spuntare le candeline vere sulla torta per i prossimi due anni… Ho due anni di tempo per far sprofondare il mercato dei numerini di cera ai minimi storici. Se mi aiutate, sicuramente, ce la posso fare!

Al momento di servire la torta, un ignaro cameriere ha azzardato conficcare sul MIO millefoglie una solitaria, triste, abbandonata candelina rosa.

Voi non avete avuto il privilegio di scorgere il terrore negli occhi di mio marito e il conseguente scatto felino per intercettare il cameriere, prima che questi offrisse la torta al mio sguardo.
“NO! NO! Mia moglie non vuole UNA candelina, le vuole TUTTE!!”
Tutteeeeee?!?? ! Ma nooo… come si fa???”

Ma come “Come si fa???”. Mio marito, validamente aiutato, ha realizzato un capolavoro dell’arte ceratoria!

Ahimé, 4 ore sono volate come un soffio di vento, ed è venuto il momento di salutarci con la promessa, però, di riorganizzare un nuovo incontro quanto prima.

Per concludere la serata, Francesco mi ha chiesto di fare io il suo test sull’età cerebrale perché “mamm,a io non voglio avere 80 anni!!”…. Se non è barare questo!
Ad ogni modo, felice per la giornata appena trascorsa, lo ho voluto accontentare. Mi sono sottoposta al test sull’età cerebrale per ottenere quale responso?
LA TUA ETA’ CEREBRALE E’: 38 ANNI

Che dire? Ormai è ufficiale… lo dice anche il NIndendo DS…

venerdì 11 marzo 2011

A Carnevale ogni scherzo vale (36 di 365)


Non so da cosa dipenda, ma io e il Carnevale abbiamo un rapporto molto conflittuale. Non amo le feste in maschera, né per adulti né per bambini. Non amo le stelle filanti né tantomeno i coriandoli che me li ritrovo dappertutto fino a pasquetta! Eppure, ogni anno, finisco per comprare la maschera ai bambini, rigorosamente all’ultimo minuto.

Il bello è che quest’anno, non solo mi sono messa in cerca delle maschere poco prima del martedì grasso, ma c’avevo pure le pretese!

La base di partenza era un vestitino da fatina che Babbo Natale aveva portato a Briciola. Da lì, l’idea geniale: perché non li vestiamo da Peter Pan, Trilli e Capitan Uncino? Mi sono arenata nella ricerca dell’uncino.

Fossi stata una ciapinatrice degna delle mie amiche blogger creative, i costumi li avrei creati io dal nulla… invece, siccome non sono neanche all’ABC dell’arte creativa, alla fine le maschere le abbiamo comprate (al Disney Store): Woody per Tommaso e Buzz Lightyear per Francesco.

Domenica, la prima festa di carnevale, preceduta da un pranzo da amici, con tanto di tavola decorata con coriandolini e maschere da viso per il pranzo. Mi è piaciuta così tanto questa trovata decorativa, che sono rimasta veramente senza parole!

Dopo una bella guerra di cerbottane (anzi! CERBOLLANE) e palline di carta pesta, vestiti i bambini, la mia amica ed io ci siamo tuffate in un mondo fantastico, popolato da clown, fatine, pirati e principesse.

E’ stato così bello vedere i bambini divertirsi spensierati, anche se dopo la “sfilata” mi sono sentita dire: “Guarda tu a 9 anni cosa mi tocca ancora fare!”

Martedì pomeriggio, festa del Martedì Grasso con tutti i bambini del Catechismo.

Ho portato solo Tommaso, perché Francesco era stato invitato a casa da un amichetto, e Briciola l’avevo lasciata strategicamente al nido.

Quanti bambini, quante maschere, quanta confusione! Però che allegria!

giovedì 10 marzo 2011

Dove eravamo rimasti? (35 di 365)

In 5 giorni abbiamo partecipato a due feste di carnevale; ho passato una giornata decisamente “NO”; mi sono presa un virus gastrico; non è ancora arrivato nulla da Bentolandia (e questa cosa mi sta seccando non poco). In compenso però, ho ancora ‘7 anni!!!

Ma di tutto questo parleremo in articoli dedicati.

Un' altra cosa accaduta in questi 5 giorni è stata la pubblicazione della graduatoria provvisoria per la scuola dell’infanzia.

Anche se Briciola è stata ammessa, non so ancora se essere contenta per l’esito oppure no. Il fatto è che per una questione di punteggio, già molto basso in partenza, abbiamo accolto il suggerimento di iscriverla alla Casa dei Bambini sia per il Tempo Pieno sia per il Tempo Ridotto. Per la serie: basta che me la pijate!

E così è stato.

Briciolina è stata ammessa nella stessa scuola in cui i fratelli frequentano le classi elementari. Il punto però è che, allo stato attuale dei fatti, verrà inserita in una classe a tempo ridotto, ovvero uscita alle ore 13.00 e senza pranzare.

Un paio di mesi fa, l’idea che si potesse avverare un tal funesta ipotesi riusciva ad amareggiarmi per l’intera giornata. Ma oggi, tutto sommato, penso che sarebbe stato peggio vedermi rifiutata la domanda e dover continuare a portare i bambini in due scuole diverse.

Ovviamente l’uscita differita di 3 ore e mezza non aiuta affatto ma, punto numero uno da qui a settembre posso sempre sperare che qualcuno più alto in graduatoria che abbia ottenuto il posto al tempo pieno, rinunci, così noi rientriamo in gioco; punto numero due, nel peggiore dei casi, per quest’anno ci arrangiamo e l’anno prossimo avremo la precedenza nel caso di richiesta di cambiamento.

Qui finiscono i fatti e iniziano le riflessioni.

Non essendo parte del consiglio di circolo, ignoro quali siano state le motivazioni che abbiano spinto gli “addetti ai lavori” a stabilire i punteggi per le graduatorie.

Quest’anno io potrò riorganizzare il mio lavoro, il mio tempo, le mie giornate e far fronte a questo “piccolo” disagio. Ma non riesco certo a non pensare a quelle famiglie, in cui entrambi i genitori lavorano fuori casa, e che si sono visti i figli non ammessi alla scuola dell’infanzia, pur avendone altri frequentanti lo stesso istituto. Non posso non pensare a come questa stessa situazione, appena un anno fa, sarebbe stata per me assolutamente ingestibile.

E ancora una volta sono grata alla vita per la grande opportunità che mi ha dato.

sabato 5 marzo 2011

Il Battesimo del Bento (34 di 365)


Ieri sera è arrivato il primo pacchetto contenente le mie Bentosità, acquistato su Amazon:
un libro di ricette in francese, ma molto ben comprensibile nelle descrizioni, e corredato di belle foto; 
un bento box a due piani con cintina;
un stampino per onigiri di riso cilindrici;
delle boccettine per salse a forma di pesce;
dei piccoli picks colorati;
un paio di posate
uno stampino per modellare l’uovo sodo a forma di stella
una stellina per tagliare formine di pane.

I pacchetti di Casa Bento spero proprio arrivino la prossima settimana.

Stamattina, prima che una telefonata stravolgesse tutti i miei programmi, mi sono messa all’opera nella realizzazione del mio primo bento.

Onigiri di Riso: Leggendo varie ricette sui siti “specializzati”, mi sono resa conto che per fare gli Onigiri è necessario il riso tipo originario. Chicco piccolo e tondo. Prima variante sul tema (ma da qualche parte ho letto che si poteva fare): ho usato il riso basmati. L’ho fatto lessare. L’ho scolato. Ho unito una manciatina di pisellini primavera precedentemente lessati in acqua. L’ho messo nel pressino e via in frigo. Una volta sformato nel piatto, l’ho cosparso di semi di sesamo tostati.

Mini cubi di pesce “rosa”: in un padellino ho fatto rosolare un cuore di nasello congelato con un filino d’olio, fino a che non l’ho sentito morbido e non ho visto una leggera crosticina. L’ho trasferito su un piattino e l’ho tagliato a tartare. Nello stesso padellino, ho fatto cuocere una cucchiaiata di salsa di pomodoro cui ho aggiunto dei pisellini lessati. Ho rimesso il pesce nel padellino, fino a che non ha assorbito tutto il pomodoro, colorandosi di rosa. Una volta freddato, ho modellato con le mani i mini cubetti.

Uovo sodo a stella: come indicato nelle istruzioni dello stampino, ho cotto l’uovo e l’ho sbucciato e, ancora bollente, l’ho inserito nello stampo a forma di stella e l’ho messo in frigorifero.

Il mio primo Bento Bruch prevedeva anche una manciata di cicoria ripassata, un arcobaleno di frutta di stagione (mele arance e kiwi… prima o poi arriveranno le pesche, le albococche, le ciliegie, il melone… basta con mele-arance-kiwi!!) e un biscottino Ringo.

Considerata la piega che ha preso la mattinata, mi ritengo fortunata per essere riuscita a consumare il mio bento alle 14.20, anche se su un piattino e non nel bento box.

Ad ogni modo, da questo primo esperimento ho tratto le seguenti considerazioni:
1. le porzioni sono solo apparentemente piccole, perché io mi son saziata benissimo, senza neanche aver mangiato la cicoria e la frutta
2. devo applicarmi maggiormente, perché come sfruttare al meglio il doppio livello del bento box è per me ancora un mistero! 

venerdì 4 marzo 2011

Errate valutazioni (33 di 365)


Stamattina pensavo che la cosa peggiore che mi potesse capitare oggi fosse accompagnare i miei figli a varie feste di compleanno/carnevale.

Mai valutazione fu più sbagliata perché alle 10.20, mentre ero intenta a preparare il mio primo bento, è bastata una telefonata per farmi crollare il mondo sulla testa.

Il numero visualizzato sul display del cellulare indicava inequivocabilmente l’asilo nido della Briciola. Rispondo e, mannaggia alla non-copertura indoor che non c’è a casa mia! riesco a cogliere 4 parole: Michela, buchino, qualche puntino… La mia mente che, in quanto a rimozione delle situazioni sgradevoli potrebbe veramente fare scuola, ha ricostruito la frase con le parole mancanti, ottenendo quindi la seguente informazione “Michela si è fatta un buchino sulla tuta e dovrei metterle qualche puntino”. La risposta che prontamente mi si è formata in bocca, fermandosi però sulla punta della lingua è stata “Grazie! Mettiglielo tu…”. Ma prima che potessi anche solo aprire bocca, mi sono resa conto che la realtà fosse ben altra.

Sono uscita di casa in un batter d’occhio, piantando la cucina così com’era e mi sono precipitata all’Asilo.

Ho trovato la mia stellina con un cerottone sulla fronte. Bello, grande, giallo con su disegnati dei cagnolini blu. E quegli occhioni grandi grandi che fino a pochi attimi prima avevano pianto tanto.

La meravigliosa Direttrice dell’asilo, donna di raro spessore, vedendomi sensibilmente fuori fase, si è offerta di accompagnarmi al Pronto Soccorso.

Devo proprio affrontare il capitolo Pronto Soccorso? Devo proprio dirvi che ci hanno fatto fare un’attesa di un’ora senza sapere bene cosa ci stessero facendo attendere? Devo proprio dirvi che, una volta varcata la soglia del Pronto Soccorso, ci hanno spogliato dei nostri panni di essere umani per trasformarci. Indiscutibilmente, in esseri inanimati?

No. Non vi dirò tutte queste cose. Vi dirò, invece, che ho messo tutto il mio impegno per scorgere nel portantino, che faceva avanti-indietro tra l’accettazione e la porta verso il nowhere, il fascino di Karev. Il Chirurgo che ha suturato la fronte di Briciola poi, era paro paro a Shepherd. Si , allo Shepherd ad un passo dalla pensione!

Per tutto il tempo dell’attesa, Briciola sembrava assolutamente non curante che tra il nostro Ospedale e il Seattle Grace ci fosse un abisso, ha giocato tranquilla e colorato con delle matite, che le aveva gentilmente prestato una ragazza in attesa come noi.

Finalmente è arrivato il nostro turno.

Appena il chirurgo le ha tolto il cerottone giallo, Briciola ha iniziato a piangere e a coprirsi il viso con le manine. L’hanno immobilizzata con un lenzuolo bianco. Un’infermiera la teneva, il chirurgo suturava e l’infermiere aiutava il chirurgo. E’ stato proprio questo infermiere a invitarmi ad uscire, altrimenti non avrebbero potuto raccogliere anche me…

Dopo 6 interminabili minuti, mi sono gettata sulla mia bimba, che ha quasi immediatamente smesso di piangere, e me la sono stretta forte forte.

Durante il tragitto verso casa, si è addormentata. Ma lei in macchina dorme sempre e non me ne sono preoccupata. Infatti, appena arrivate a casa, ha subito ripreso coscienza di sé e ha voluto puntualizzare che lei alla festa col PETTITO (da simil fatina) ci voleva proprio andare…

E ora, visto che sono le 22 passate, me la vado a riprendere! 
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