domenica 30 ottobre 2011

Un sabato spatzliale (83 di 365)



Un paio di settimane fa siamo stati a cena da Francesca, che ci aveva preparato dei deliziosi spinat spatzle. Adesso faccio la splendida che sa addirittura come si scrive sta pietanza impronunciabile, ma fino a quindici giorni fa non sapevo neanche che esistessero gli spatzle!

Un po’ per far compagnia alla padrona di casa, un po’ perché assolutamente incuriosita dal primo piatto della nostra cena, ho seguito Francesca in cucina. E ho potuto seguire passo passo le fasi di preparazione degli spatzle. Allora ho visto Francesca che versava una pastella sostenuta in una scatolina “a slitta” che scorre su una particolare grattugia a fori larghi (in alto a sinistra nel collage, tanto per intenderci). Il movimento a scorrimento su questa grattugia faceva cadere (tagliandoli), direttamente nella pentola, gocce di impasto che son diventati, in pochi minuti, degli gnocchettini irregolari che possono poi essere conditi nei modi più svariati.
Per noi lo chef aveva scelto un condimento di panna e speck.
Ne ho mangiati due mega piattoni, alla faccia della dieta! chiacchierando amabilmente e trascorrendo una piacevolissima serata.

Tornare a casa e mettermi a cercare informazioni più dettagliate su questo piatto tipico della Germania meridionale, dell’Alsazia e del Tirolo (Wikipedia recita Germania meridionale, Tirolo, Alsazia, Svizzera , Alto Adige e Trentino) è stato un tutt’uno. E allora ho scoperto che l’impasto si ottiene con farina, uova e acqua e che deve risultare un po’ morbido, a metà tra la pastella e la colla. Ho trovato anche dettagliatissime istruzioni sull’utilizzo dello strumento, ma quella fase l’avevo vista di persona.

Il passo successivo è stato acquistare on line l’ordigno magico. E così mi sono anche riappacificata con ebay, più o meno, ma questa è un’altra storia!

E ieri l’abbiamo inaugurato.

Ho preparato il ragù a modo mio (ma senza salsiccia e senza vino… se dieta deve essere che dieta sia!) e l’impasto degli spatzle con:
250 gr di farina 00
100 gr acqua
3 uova
1 cucchiaio d’olio
1 presa di noce moscata
sale

Io ho usato il bimby, ad ogni modo è sufficiente versare in una ciotola la farina, il sale, l’olio e la noce moscata. Mescolare le uova con l’acqua e amalgamare bene con l’ausilio di una frusta, fino a che l’impasto non faccia le bolle.
Versare un paio di cucchiai di pastella nello strumento direttamente sopra la pentola e attendere pochi minuti che gli gnocchetti vengano a galla.
Raccoglierli con una schiumarola a rete fitta e trasferirli nel saltapasta con il condimento.

I miei figli che, ultimamente, son diventate boccucce difficili, se li sono divorati nello spazio di un buonappetito!

venerdì 28 ottobre 2011

Le parole per dirlo (82 di 365)




Questa volta il tema del mese di genitoricrescono mi sta terribilmente a cuore, perché negli ultimi anni ci sono state un paio di cose che ho dovuto trovare il modo di spiegare ai miei figli:

la morte della nonna e l’interruzione della mia terza gravidanza.
Una dietro l’altra.

Come si spiega ad un bambino, di nemmeno 4 anni, che la nonna non c’è più, che non lo verrà più a trovare, che non lo porterà più alle giostre o al Bioparco? Che non gli leggerà più le favole e che non lo farà più giocare con il volante e i bottoni della macchina?

Oltre al mio dolore dovevo gestire anche quello che avrei dato a lui.

giovedì 27 ottobre 2011

Tè e crochet (81 di 365)



Di solito quando si dice “oggi esco, perché vado a trovare un’amica”, lontano che si vada è dall’altro capo della città, tutt’al più ci si spinge fino ai Castelli Romani (se si è di queste parti).

Anche io sono andata a trovare un’amica sabato scorso, che inaugurava il suo ufficio, ma ho attraversato un paio di Regioni prima di arrivare a destinazione.

E non sono stata mica l’unica! C'erano Anna (partita con me da Roma), Sara, Chiara, Patrizia, Francesca ed Ester. Ci siamo ritrovate lì, alla stazione di Bologna e, dopo una breve corsa in taxi, abbiamo finalmente varcato la porta dell’Ufficio (e che ufficio!).

lunedì 17 ottobre 2011

Io stiro tutti i giorni feriali signò, tranne che il gividì, signò (80 di 365)


(titolo ispirato da una conversazione su FB)

(immagine presa da google)



Ho chiesto ufficialmente alla casalinga disperata che si è insinuata nel mio corpo su due piedi, a tradimento e senza preavviso, di fare cortesemente fagotto.

Non c’è giorno in cui non mi costringa, mio malgrado, ad alzarmi e abbandonare temporaneamente il pc, davanti al quale magari mi sono appena seduta per cazzeggiare finalmente su FB mettermi a lavorare, obbligandomi ad imbracciare l’arma di distruzione di massa, nome in codice Folletto, per sterminare acari e bricioline.

sabato 15 ottobre 2011

Qui, ora (79 di 365)




L’altro giorno ho letto il delizioso post di Nina sulle sue avventure e disavventure immobiliari e, oltre a dichiararmi assolutamente solidale con lei perché so cosa significhi entrare e uscire all’impazzata da tutte le agenzie immobiliari del circondario, senza trovare nulla che abbia la benché minima somiglianza con l’oggetto del desiderio, c’è stata una frase che mi è entrata nel cuore come una lama affilata, che mi diceva sempre mia mamma, “(ricreare uno spazio accogliente e confortevole) qui, ora”.

venerdì 7 ottobre 2011

Bolli, bolli, bolli pentolino... (78 di 365)



Iniziava così una canzoncina che mi cantava mia mamma mentre mi preparava la pappa…

Oggi sono meno storta dell’altra sera, ma il tema è sempre caldo e tocca delle corde, per me, molto delicate. Prima o poi scoprirò anche perché.

Mettere a tavola i miei figli è diventata una tortura. Se oso uscire dallo schema pasta-al-sugo-carne-gligliata-tutt’al-più-piccatina-al-limone, hanno sempre qualcosa da ridire, chi più chi meno. Ma si dà il caso che, tra le altre cose, io debba preoccuparmi che loro seguano una sana, corretta ed equilibrata alimentazione.

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